Un itinerario guidato all’insegna di arte e storia, e alla scoperta di due importanti realtà industriali italiane.
Milano, una città che non ha bisogno di presentazioni. Visiteremo l’imperdibile mostra “PICASSO, Metamorfosi”, la Chiesa di San Maurizio, splendida e poco battuta dai turisti, e il quartiere CITYLIFE, simbolo di modernità e nuovo cuore pulsante di Milano.
Monza, a due passi da Milano, è spesso considerata una sorta di ponte tra l’area metropolitana milanese, densamente abitata e vivace, e le colline della Brianza, più verdi e rilassanti. Città ricca di storia e di splendidi luoghi di culto, Monza offre angoli tranquilli e suggestivi. Visiteremo il suo centro storico e il Duomo, fondato nel VI secolo e al cui interno è custodita la Corona Ferrea, il pezzo più prezioso, in oro, pietre preziose e smalti, utilizzata per incoronare re ed imperatori.
Altra tappa del nostro tour sarà il Birrificio Poretti a Varese: non solo archeologia industriale ma tempio della buona birra, per appassionati e non solo. Il complesso artistico-monumentale è oggi studiato come “archeologia industriale” e come esempio dell’eclettismo tipico del Liberty italiano. Ottima occasione per conoscere il processo produttivo delle Birre Poretti. Infine Crespi d’Adda, il perfetto modello di un complesso architettonico che illustra il significativo periodo della nascita dell’industria moderna in Italia.
ITINERARIO
1° giorno: giovedì 17 gennaio
PADOVA – MILANO
Ore 6:30 Partenza in pullman GT da Noventa di Piave (VE) – Park Hotel OMNIA. Ore 7:20 Partenza da PADOVA – Parcheggio dietro Galleria S. Carlo. Trasferimento a Milano. Ingresso a Palazzo Reale per la visita guidata della mostra “PICASSO, Metamorfosi” alle ore 12.10.
PICASSO, METAMORFOSI
Il progetto, tappa milanese della grande rassegna europea triennale Picasso-Méditerranée, promossa dal Musée Picasso di Parigi con altre istituzioni internazionali, presenta circa 200 opere tra lavori di Picasso e opere d’arte antica cui il grande maestro si è ispirato, provenienti dal Musée National Picasso di Parigi e da altri importanti musei europei come il Musée du Louvre di Parigi, i Musei Vaticani di Roma, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il Centre Pompidou di Parigi, il Musée de l’Orangerie di Parigi, il Museu Picasso di Barcellona. Con Picasso Metamorfosi sarà l’antichità nelle sue diverse forme a declinarsi nelle mitologie reinventate da Picasso e presentate in sei sezioni con le opere del grande artista accostate a quelle di arte antica – ceramiche, vasi, statue, placche votive, rilievi, idoli, stele – che lo hanno ispirato e profondamente influenzato. Picasso ci propone un’antichità trasfigurata, in cui la grande varietà di temi e figure mitologiche vengono ripensate all’interno di un alfabeto visivo moderno e originale. E così, accanto a minotauri, fauni, centauri e altri esseri ibridi, cortei bacchici e combattimenti coi carri, emergono i temi cari all’artista: la corrida, l‘arena, la guerra, l‘ebbrezza, la passione e ‘eros. Moltissime le opere esposte in mostra, dove emerge un forte dialogo tra Picasso e l’arte antica: ceramiche, vasi, statue, placche votive, rilievi, idoli e stele sono organizzate in diversi nuclei che spaziano dal tema del bacio al mito di Arianna e del Minotauro, dall’origine delle “Demoiselles” alla metamorfosi.
Dopo una breve pausa pranzo (pranzo libero), passeggiata verso la Chiesa di San Maurizio per la visita guidata.
CHIESA DI SAN MAURIZIO
La chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore sorge sul luogo dove si trovava un precedente luogo di culto, forse del periodo longobardo, annesso al Monastero Maggiore delle monache benedettine, il più vasto e antico cenobio femminile di Milano. Del complesso monastico, collocato sulle rovine del circo e delle mura romane, rimangono oggi, oltre alla chiesa di San Maurizio, porzioni dei chiostri, parti integranti dell’adiacente Civico Museo Archeologico. A una facciata essenziale e rigorosa, in pietra grigia di Ornavasso, si contrappone un interno sfarzoso con ricche decorazioni pittoriche. Una straordinaria espressione della pittura rinascimentale lombarda, tanto che il ciclo di affreschi è stato definito da Vittorio Sgarbi “la Cappella Sistina di Milano”.
Finita la visita ci sposteremo, a piedi o con i mezzi pubblici, nel quartiere CITYLIFE che insieme a Porta Garibaldi costituisce il nuovo skyline di Milano. Fin dai tempi del movimento Futurista, che non a caso nacque a Milano, la città lombarda è l’emblema per eccellenza del progresso, delle nuove costruzioni, dell’edilizia che ne modificava l’aspetto e che proponeva nuove soluzioni architettoniche. Al termine della visita, trasferimento e check-in presso l’Hotel Parco Borromeo a Cesano Maderno. Cena in hotel. Pernottamento.
2° giorno: venerdì 18 gennaio
MONZA – VARESE
Prima colazione in Hotel. Spostamento con pullman riservato a Monza. Incontro con la guida e inizio delle visite, partendo dalla Villa Reale.
VILLA REALE E I SUOI GIARDINI
La Villa Reale di Monza fu edificata alla fine degli anni settanta del Settecento per volere di Ferdinando d’Austria, quarto figlio dell’imperatrice Maria Teresa, come residenza di delizie per i periodi estivi. Il progetto dell’edificio fu affidato all’architetto Giuseppe Piermarini. La Villa Reale rappresenta uno degli esempi più conosciuti e ammirati di stile neoclassico. L’architetto arciducale progettò sul lato orientale della villa un giardino – il primo all’inglese realizzato in Italia – completato da finte rovine classicheggianti. La visita propone l’analisi storico-artistica della Villa Reale e dei giardini che circondano la residenza. L’itinerario è completato dalla visita agli appartamenti di Umberto e Margherita che divennero proprietari della residenza nel 1868.
Le visite proseguono al centro storico. Di particolare interesse l’Arengario, antico palazzo comunale, Via Lambo e la Casa Torre dei Pessina, il ponte d’Arena e la chiesa di San Maurizio e Santa Margherita, che trae in parte la sua fama dalla celebre vicenda della Monaca di Monza, romanzata dal Manzoni nei Promessi Sposi. Visita del Duomo: la Basilica di San Giovanni Battista rappresenta il centro spirituale della città di Monza. La storia dell’edificio, la cui fondazione è legata alla regina dei Longobardi Teodolinda, la bellezza delle opere d’arte che decorano il suo interno, fra cui spicca il ciclo quattrocentesco della cappella di Teodolinda dipinto dagli Zavattari, e l’importanza dei tesori in esso conservati, come la Corona Ferrea, rendono la visita al Duomo una tappa obbligata per quanti desiderino conoscere la città.
CAPPELLA DI TEODOLINDA
Si trova a sinistra dell’abside centrale. Fu affrescata dagli Zavattari, una famiglia di pittori attivi in Lombardia nella prima metà del ‘400. Chiusa da una cancellata, la cappella è costituita da una volta a forma poligonale gotica coperta da costoloni e custodisce la Corona Ferrea ed il sarcofago dove nel 1308 vennero traslate le spoglie della regina Teodolinda. Gli affreschi narrano episodi tratti dalla “Historia Langobardorum” di Paolo Diacono e da una leggenda tardo-medioevale narrata da Bonincontro Morigia, cronista monzese del ‘300: vi si narra che, dopo le nozze con Agilulfo, Teodolinda fece voto di costruire una basilica in onore di San Giovanni, in un luogo che le sarebbe stato indicato dallo Spirito Santo sotto forma di colomba. Al ciclo degli affreschi che narrano la leggenda, fa da introduzione un dipinto sul frontale dell’arco d’ingresso alla cappella, che, insieme a quelli degli spicchi delle volte, rappresentano santi ed evangelisti in trono, di autore ignoto. La singolarità di questi affreschi è quella di aver rappresentato scene della storia longobarda negli sfarzosi costumi dell’epoca dei Visconti e di aver inserito in un luogo sacro scene di vita profana. Il probabile committente fu Filippo Maria Visconti. L’inizio dei lavori è da fissarsi al 1444, data riportata dall’iscrizione sulla parete di destra, mentre il loro completamento dovette avvenire entro il 1446. Il ciclo costituisce una delle più significative testimonianze della pittura tardogotica in Lombardia.
CORONA FERREA
La Corona del Ferro è innanzitutto venerata come reliquia: al suo interno, infatti, si trova un cerchietto in ferro che, secondo la tradizione, fu ricavato da uno dei chiodi usati per la crocefissione di Cristo. Sant’Elena, nel 326, lo avrebbe ritrovato e fatto inserire in un diadema per il figlio, l’imperatore Costantino il Grande. La corona sarebbe poi passata nelle mani di S. Gregorio Magno, che ne avrebbe fatto dono alla Regina Teodolinda.La Corona è poi anche una straordinaria realizzazione di oreficeria bizantina: è composta da sei segmenti aurei, uniti a cerniera e ribattuti sul cerchietto di ferro, ciascuno dei quali è decorato da tre gemme sovrapposte, un rettangolo smaltato con una grossa pietra al centro e rosette d’oro disposte a croce. La Corona ha, infine, un importantissimo valore storico: divenne il simbolo stesso del Regno d’Italia e fu utilizzata per incoronare Carlo V d’Asburgo, Napoleone e Ferdinando I; ancor prima, nel X secolo, sarebbe stata utilizzata per l’incoronazione di Berengario I.
Pranzo libero. Nel pomeriggio trasferimento con pullman riservato a Varese. Incontro con la guida per la visita del Birrificio Poretti.
BIRRIFICIO PORETTI
Un birrificio davvero unico. Una combinazione perfetta tra tecnologia e arte sin dai primi anni del ‘900, quando lo Studio di Architettura Bihl e Woltz di Stoccarda, esperto nella progettazione di edifici industriali, lavora all’ampliamento del birrificio. Un grande progetto, che dà vita a un’architettura in stile Jugendstil: la versione industriale del Liberty floreale. Ecco perché l’edificio è ricco di mascheroni, grottesche, medaglioni con frange e gocce, lesene giganti e conchiglie tutti ispirati al naturalismo e al classicismo dell’epoca. Elementi decorativi di stile si alternano a festoni di fiori di luppoli e tini di ferro battuto che ricordano la funzionalità dell’edificio. Così come i tipici colori giallo e grigio che richiamano la birra. Immersa in un meraviglioso parco, si trova Villa Magnani. Realizzata nel 1905 da Ulisse Stacchini, lo stesso architetto della Stazione Centrale di Milano. Anche qui si notano le decorazioni floreali tipiche dell’epoca e il motivo dei medaglioni con le iniziali di Angelo Poretti. Graziose sculture di angelo-donna fiancheggiano le scale che portano alla villa, fonte di ispirazione del logo delle nostre Riserve Angelo.
Al termine del percorso degustazione delle birre della famiglia del Birrificio Angelo Poretti e possibilità di acquisti nel negozio del Birrificio. Cena in ristorante. Rientro in hotel e pernottamento.
3° giorno: sabato 19 gennaio
CRESPI D’ADDA – PADOVA
Prima colazione in Hotel. Incontro con la guida a Palazzo Arese Borromeo, a Cesano Maderno.
PALAZZO ARESE BORROMEO
Palazzo Arese Borromeo sorse per volontà di Bartolomeo III Arese (1610 – 1674), personaggio di spicco della società milanese, che divenne Presidente del Senato nel 1660. Dopo la morte di Bartolomeo e del figlio Giulio, il palazzo andò in eredità alla figlia Giulia, le cui nozze con il conte Renato Borromeo e la nascita del figlio Carlo IV diedero origine alla famiglia Borromeo Arese.Il complesso, mirabile esempio di barocco lombardo, è preceduto dalla piazza dell’Esedra, luogo di teatro e di gioco. La facciata severa e semplice nasconde all’interno il cortile, completato dalla loggia alla genovese che si affaccia sul giardino. All’interno il palazzo presenta decorazioni seicentesche e settecentesche rilevanti, realizzate da artisti come i Montalto, i Nuvolone e Ghisolfi. Di grande importanza è anche il giardino storico all’italiana, in cui spicca la fontana dei dromedari, commissionata dal conte Renato III nel XVIII secolo e il tempietto del Fauno.
Trasferimento in pullman a Crespi d’Adda, pranzo in ristorante e a seguire visita guidata. Crespi d’Adda è l’esempio più integro e meglio conservato di villaggio operaio in Europa. Ha un’anima tutta sua, inviolata, capace di trasportare a un tempo e un luogo lontani. Crespi d’Adda è rimasto immutato, visto che nulla è cambiato dagli anni Trenta del secolo scorso – le case, la struttura urbana, i confini sono gli stessi. Dal 1995 Crespi d’Adda è Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
CRESPI D’ADDA
Fabbrica e villaggio di Crespi d’Adda furono realizzati a cavallo tra Otto e Novecento dalla famiglia di industriali cotonieri Crespi, quando in Italia nasceva l’industria moderna. Era questa l’epoca dei grandi capitani d’industria illuminati, al tempo stesso padroni e filantropi, ispirati a una dottrina sociale che li vedeva impegnati a tutelare la vita dei propri operai dentro e fuori la fabbrica, colmando in tal modo i ritardi della legislazione sociale dello Stato stesso. L’idea era di dare a tutti i dipendenti una villetta, con orto e giardino, e di fornire tutti i servizi necessari alla vita della comunità: chiesa, scuola, ospedale, dopolavoro, teatro, bagni pubblici… Oggi il villaggio di Crespi ospita una comunità in gran parte discendente degli operai che vi hanno vissuto o lavorato; e la fabbrica stessa è rimasta in funzione fino al 2003, sempre nel settore tessile cotoniero. Il paesaggio che ospita Crespi d’Adda è davvero singolare: il villaggio è inserito in una sorta di culla, un bassopiano dalla forma triangolare che è delimitato da due fiumi confluenti (l’Adda e il Brembo) e da un dislivello del terreno, una lunga costa che lo cinge da nord.
Rientro a Padova con pullman riservato.