dal 12 al 28 aprile 2018
17 giorni, 14 notti
In pensione completa, con accompagnatore dall’Italia e guida locale parlante italiano
Questa affascinante avventura boliviana ci porta a conoscere passo dopo passo la cultura del paese più originale del Sud America, ricco di testimonianze storiche e straordinari scenari naturalistici. Partiremo da Santa Cruz, scopriremo la bianca architettura coloniale di Sucre, sulle Ande visiteremo l’ex città d’argento di Potosi e, proseguendo nell’Altipiano, passeremo da La Paz la capitale più alta del mondo, esploreremo le eteree pianure salate che sembrano emergere da un sogno piene di cactus dalle forme strane, e osserveremo il tramonto sulle rive del magico Lago Titicaca fra le rovine Inca e Tiwanaku, il sito archeologico più importante della Bolivia. Puma Punku è uno dei siti archeologici più intriganti e misteriosi dell’antichità. Alcuni stimano che quelle di Puma Punku siano tra le rovine più antiche delle Terra. E’ un viaggio impegnativo per le altitudini elevate. Occorre essere in buone condizioni fisiche per poter affrontare nelle condizioni migliori il probabile “soroche”, il malessere dovuto alla rarefazione dell’ossigeno in altura. Partiremo dai 380 m slm di Santa Cruz raggiungendo i 2790 di Sucre per favorire il superamento graduale delle differenze di quota e meglio acclimatarci prima di toccare i 5.000 metri nell’altopiano boliviano. Nell’altopiano boliviano le sistemazioni sono pulite ma molto spartane, il mangiare è semplice (zuppe di quinoa, trota impanata, patate, carote), in alcuni tragitti sarà necessario il box lunch perché non ci sono ristoranti.
Tappe
Informazioni
Quota base | € 4400 |
Supplemento singola | € 650 |
CAMBIO BLOCCATO. Non ci sarà alcun adeguamento valutario!
Condizioni e polizze
La quota comprende
La quota non comprende
Itinerario dettagliato
1° giorno: giovedì 12 aprile
PADOVA – MILANO – MADRID
Ritrovo dei partecipanti e partenza con pullman G. T. per l’aeroporto di Milano Malpensa in tempo utile per il volo di linea Air Europa UX 1062 in partenza alle ore 18:20. Arrivo a Madrid alle ore 20:40. Partenza per Santa Cruz con il volo di linea Air Europa UX 25 alle ore 23:55. Pasti e pernottamento a bordo.
2° giorno: venerdì 13 aprile
SANTA CRUZ
Arrivo a Santa Cruz alle ore 06:45. Dopo le operazioni doganali incontro con la guida parlante italiano, trasferimento al Cortez Hotel 5* e assegnazione immediata delle camere.
Santa Cruz de la Sierra, fondata nel 1561 da Ñuflo de Cháves, è un crocevia di trasporti e di commercio ed è la seconda città per importanza della Bolivia, il vero asse portante del Paese. Conserva ancora testimonianze del passato con la sua originale struttura urbanistica ad anelli concentrici e l’atmosfera di piccola cittadina di frontiera. Negli alti edifici e nelle sontuose ville di periferia vivono invece i magnati dell’agricoltura e dell’industria petrolifera: Santa Cruz ha saputo infatti approfittare dello sfruttamento del petrolio e del gas, di cui il terreno circostante è molto ricco.
La visita della “Capitale Orientale” della Bolivia inizia dalla piazza principale Piazza 24 Settembre, punto di ritrovo per gli abitanti della città, dove si trova anche la Basilica Menor de San Lorenzo, con l’altare decorato da rivestimenti in argento; prosegue con il mercato dell’artigianato Arte Campo, il mercato indigeno El Abasto ed altri luoghi e monumenti importanti dell’antico quartiere con i marciapiedi esageratamente rialzati e circondati di portici lungo la strada principale La Recoba. Al termine sosta per un tipico caffè e trasferimento in hotel. Pranzo e cena in ristoranti locali. Pernottamento in hotel.
3° giorno: sabato 14 aprile
SANTA CRUZ – SUCRE
Dopo la colazione trasferimento in aeroporto in tempo utile per il volo di linea per Sucre. Arrivo a Sucre e trasferimento a Hotel Boutique La Posada 4*.
Sucre, città ricca di testimonianze coloniali, è cuore e capitale ufficiale della Bolivia. Considerata tra le più attrattive dell’America Latina, situata a 2.790 m slm in una valle ai piedi della cordigliera, è stata dichiarata Patrimonio Culturale dell’Umanità dall’Unesco e Monumento delle Americhe.
Visiteremo il museo tessile-etnografico di arte indigena ASUR; il belvedere della Recoleta che domina tutta la città con l’annesso museo dove sono esposti quadri del periodo coloniale e repubblicano, sculture, manufatti di gioielleria e reperti archeologici; la Plaza 25 de Mayo in cui si trova la Casa de la Libertad, edificio storico dove è stata firmata la dichiarazione d’indipendenza della Bolivia nel 1825; la Cattedrale, risalente al XVI secolo il cui campanile è il simbolo della città; le chiese d’epoca coloniale. Pranzo e cena in ristoranti locali. Pernottamento in hotel.
4° giorno: domenica 15 aprile
SUCRE – TARABUCO – SUCRE | Km 65
Prima colazione in albergo. Partenza per Tarabuco a 64 km dalla città di Sucre nel dipartimento di Chuquisaca, capitale della provincia di Yamparez per visitare il famoso e coloratissimo mercato indigeno che si tiene la domenica e accoglie artigiani provenienti da diverse regioni della Bolivia provvisti delle loro mercanzie: tessuti, borse, cappelli, scialli, maglioni di alpaca, piante medicinali, verdure fresche. Le strade di Tarabuco si riempiono di locali nei loro tradizionali costumi Yampara. Al termine delle visite rientro a Sucre. Pranzo e cena in ristoranti locali. Pernottamento in hotel.
Recandoci al mercato domenicale di Tarabuco avremo la possibilità di scoprire come è diversa la Bolivia. Una giornata in questo paese nascosto nelle Ande ci permetterà di entrare in contatto con un numero enorme di gruppi indigeni ancora esistenti. Più del 60% della popolazione della Bolivia appartiene ad uno dei 36 gruppi etnici, un vero mosaico di diversità sudamericana. Tuttavia, per decenni (secoli se si include il periodo del colonialismo spagnolo) la maggior parte di queste persone è stata a mala pena riconosciuta dal proprio governo, senza alcuna rappresentanza politica e spesso priva dei diritti umani fondamentali. Solo con l’elezione di Evo Morales nel 2005, il primo presidente indigeno della Bolivia, la vita di due terzi della popolazione è migliorata, con una ripresa nella promozione delle lingue locali nella sfera pubblica, una migliore rappresentanza a livello regionale e nazionale e più rispetto per i vari gruppi etnici del paese. Non sono stati risolti tutti i problemi e le controversie, ma ci sono stati sicuramente dei grandi passi avanti.
5° giorno: lunedì 16 aprile
SUCRE – POTOSÍ | Km 156
Prima colazione in albergo. Partiamo per Potosí, città coloniale fondata nel 1545, che si trova ad un’altitudine di 4.090 m slm ed è considerata una delle più alte città del mondo. La “Villa Imperial de Carlos V”, fu la prima città boliviana classificata come Patrimonio Culturale e Naturale dell’Umanità dall’UNESCO: la sua storia e il suo splendore sono legati alla vena d’argento che ne fece una delle città più ricche e popolate delle Americhe. La città è guardata dal Cerro Rico, l’arido picco, che con una forma vagamente conica domina con i suoi 5000 metri, isolato una zona inospitale dell’altipiano 450 km a sud-est di Nuestra Señora de La Paz, dove, secondo la leggenda, si è estratto così tanto argento che ci si sarebbe potuto costruire un solido ponte da Potosí a Madrid. Sistemazione al Coloso Hotel 5*. Visiteremo la città con il Convento di Santa Teresa risalente al 1685 che ospita una comunità di suore carmelitane e il Museo dove sono esposti pezzi di arte sacra di pregevole fattura. Si prosegue con una passeggiata per la piazza principale e le vie per ammirare le facciate delle chiese di San Lorenzo e San Francisco. Pranzo e cena in ristoranti locali. Pernottamento in hotel.
Nel XVI e XVII secolo Potosí comparve dal nulla ai piedi di Cerro Rico, agli albori dell’epoca coloniale, in seguito alla scoperta accidentale di ricchi filoni d’argento celati nelle profondità della montagna. Gli spagnoli sottomisero le popolazioni indigene per impadronirsi dei ricchissimi giacimenti e portarono oltre 30.000 schiavi africani a lavorare nelle miniere. Impiegarono una grande quantità di uomini, cavalli e lama per trasportare verso la costa le ricchezze estratte da spedire in Spagna. La sola quinta parte di questo argento, dovuta alla corona spagnola, forniva 1/7 della produzione mondiale. Per tre secoli i lingotti d’argento dell’Alto Perù, l’attuale Bolivia, hanno finanziato tanto le casse della corona spagnola quanto le tasche dei pirati inglesi, olandesi e francesi. Ne facevano le spese i galeoni diretti in Spagna lungo le rotte che da Callao passavano attraverso lo stretto di Magellano, risalendo verso il Mar delle Antille. Ma vi era anche un lucroso traffico in senso opposto: dalla Costa d’Avorio gli schiavi erano deportati in Alto Perù con un viaggio infernale tra la vita e la morte del venti per cento degli imbarcati. I sopravvissuti non avevano di che rallegrarsi: giunti a Potosí erano sottoposti alla Ley de la Mita. Questa legge, istituita ad hoc dal viceré Toledo, obbligava gli indios e gli schiavi di colore sopra i diciotto anni d’età al lavoro forzato nelle miniere d’argento. I mitayos erano segregati sotto terra per quattro mesi senza che fosse loro concesso uscire alla luce del sole, costretti a lavorare in massacranti turni di dodici ore entro cunicoli privi d’aria, a contatto con ogni sorta d’effluvi velenosi. La mortalità era elevatissima ma la legge era congegnata in modo tale che gli oneri dovuti al sostentamento dei minatori superavano il magro salario elargito, innescando così una spirale di debiti che erano ripagati con nuovo lavoro, a vita. Vita che, mediamente, superava di poco un anno a causa delle bestiali condizioni di lavoro, degli incidenti e della silicosi. Le gallerie erano pervase da un cocktail micidiale d’aria rarefatta mescolata a gas tossici. Si calcola che, nei tre secoli di sfruttamento intensivo, le miniere d’argento di Cerro Rico abbiano causato la morte di otto milioni di schiavi indios e africani. Le miniere d’argento si esaurirono nel 1800 e, sebbene oggi stagno e altri minerali continuino ad essere estratti, all’inizio del XIX secolo iniziò il lento e costante declino economico di Potosí.
6° giorno: martedì 17 aprile
POTOSÍ – UYUNI | Km 204
Prima colazione in albergo. Dopo la visita alla storica Real Casa de la Moneda o Antica Zecca, uno dei pregevoli monumenti dell’America Ispanica, dove i nativi e gli schiavi africani coniavano le monete con l’argento estratto durante la dominazione spagnola, proseguiremo il viaggio per Uyuni. Arrivo e sistemazione all’Hotel Jardines de Ujuni 3*. Nel corso del viaggio si incontreranno villaggi isolati costruiti in mattoni di terra e paglia. Il paesaggio cambia continuamente, alternando tratti pianeggianti dove brulicano centinaia di camelidi andini, vallate sui cui versanti la natura si è sbizzarrita ad inserire rocce e terre dalle mille tonalità, come in un’immensa, primordiale tavolozza di colori. Pranzo e cena in ristoranti locali. Pernottamento in hotel.
7° giorno: mercoledì 18 aprile
SALAR DI UYUNI
Dopo la prima colazione, si parte per un’escursione al Salar di Uyuni e Isla Pescado. E’ un enorme deserto di sale che, con i suoi 10.582 km², è tra i più estesi deserti al mondo, nonché in assoluto la più grande distesa salata del pianeta simile ad una lunga pista di ghiaccio ad un’altitudine di 3.650 m slm. Le Ande boliviane offrono scenari mozzafiato che difficilmente si possono incontrare altrove. Il suono del silenzio farà aumentare i battiti del cuore: la bianca ed abbagliante distesa desertica che riflette una luce tersa sotto un cielo azzurrissimo, il riverbero del sole sui surreali cristalli pentagonali di sale, le lagune colorate, cactus e fenicotteri, certamente ci suggeriranno che in tutto il mondo non esiste un altro posto simile. La traversata di questo immenso deserto salino resta sempre un’esperienza indimenticabile e una delle tappe più emozionanti del viaggio. Pranzo nel mezzo del Salar, a Isla Pescado, isola del pesce o Incawasi, casa dell’Inca, una piccola collina che emerge per 50-60 metri dalla distesa di sale la cui forma ricorda appunto un pesce. La sua composizione è mista fra sedimenti calcarei marini e materiale vulcanico ed è dotata di terreno sufficientemente fertile da permettere la crescita di cactus giganti Trichocereus, così come di altri piccoli cactus, altre piante erbacee e licheni. I cactus sono molto fitti, la loro altezza media è sui 6-8 metri, dimensione che riescono a raggiungere soltanto dopo ben oltre un secolo di vita. Il paesaggio sullo sfondo delle saline che si estende all’orizzonte lo rende un luogo ideale per i fotografi. Cena e pernottamento presso Cristal Samaña Salt Hotel 3*.
8° giorno: giovedì 19 aprile
UYUNI – SONIQUERA
Dopo la prima colazione, si visitano le piccole lagune di Kañapa, Hedionda (puzzolente), Charkota e Honda dai colori irreali dovuti ai minerali disciolti nelle sue acque, animate da fenicotteri rosa intenti a setacciare il fondo delle lagune alla ricerca del preziosissimo cibo. Pranzo al sacco. Si raggiunge il deserto Siloli dove alloggeremo al Tayka del desierto Ojos de Perdiz Hotel 3*, posto incredibilmente suggestivo a 4700 m slm in un ambiente selvaggio e unico. Cena e pernottamento.
9° giorno: venerdì 20 aprile
SONIQUERA – LAGUNA COLORADA – UYUNI
Prima colazione in albergo. Trasferimento alla Laguna Colorada, con una superficie di 60 km², ad un’altitudine di 4.278 m slm. Un tipo di alga endemica conferisce una tonalità rosso fuoco alle sue acque abitate da tre specie di fenicotteri: tokoko dalla piuma rossa, chururu con piumaggio biancastro e jututu con piumaggio rosa. Il paesaggio è straordinariamente bello ed è considerato il sito più importante nella regione per osservare i fenicotteri. Si possono vedere anche vicuñas, llamas e vizcachas. Pranzo al sacco. Si prosegue fino alle fumarole Sol de Mañana e ai crateri vulcanici di una formazione spettacolare estesa per 1 km² con le caratteristiche pozze di fango in ebollizione. I fondi del cratere mostrano la lava bollente; dalle bocche delle fumarole escono getti di acqua mista a vapore solforoso surriscaldato che raggiungono 80-100 m di altezza; questi fenomeni ci mostrano un paesaggio come doveva essere alle origini della terra, un campo geotermico nel punto più elevato dell’itinerario a circa 5000 m. slm, in un panorama unico di picchi desertici colorati di tonalità ocra. Si prosegue attraverso il Deserto di Dali, un paesaggio bizzarro che ricorda quelli dipinti dell’artista, per raggiungere la Laguna Verde, la cui superficie quando il vento soffia ha l’aspetto di un gigantesco smeraldo. Da questa laguna si ha una vista mozzafiato sul vulcano Licancabur, ad un’altitudine di 5.865 m. La speciale luminosità delle verdi acque nel pomeriggio è abbagliante. L’intensa colorazione dipende dall’elevato contenuto di magnesio. Al termine proseguiremo il viaggio per Uyuni. Arrivo e sistemazione all’Hotel Jardines de Ujuni 3*. Cena e pernottamento in hotel.
10° giorno: sabato 21 aprile
UYUNI – LA PAZ
Prima colazione in albergo. Trasferimento in aeroporto in tempo utile per il volo di linea per La Paz, la più alta capitale del mondo, a 3760 m slm sopra il livello del mare, adagiata sul fondo e sui pendii di un ampio canyon con pochissima vegetazione. Si inizia la visita di “Nuestra Señora de La Paz”, Sede del Governo della Bolivia. Passeggiata per la “Plaza Murillo”, la antica Piazza d’Armi o maggiore, dove si vedono il Congresso, il Palazzo Presidenziale e la Cattedrale. La Paz e i suoi dintorni ci trasportano in un misterioso passato dove ogni angolo custodisce le tradizioni e i riti magici delle strade dei tempi pre-ispanici, un tesoro nascosto in cui avventura e storia rivivono davanti a noi: le aree indigene, coloniali e moderne quali il mercato delle streghe dove si possono trovare molti rimedi a base di erbe e altri oggetti utilizzati durante i rituali della cultura Aymara. I panorami mozzafiato sono tutti incorniciati dalla maestosa montagna Illimani. Si scende fino alla Valle della Luna, a 12 km dal centro, cioè la parte più bassa del crepaccio di La Paz, una formazione di argilla che ha assunto un aspetto lunare in seguito alle erosioni eolica e idrica delle fragili formazioni sedimentarie che ha disegnato un paesaggio unico e suggestivo fatto di pinnacoli, strane rocce erose e ghiaioni franosi. Un passaggio in teleferica, utilizzata dalla popolazione locale al posto della metropolitana, offrirà al nostro sguardo un’imponente vista dall’alto della città. Pranzo in ristorante. Sistemazione al Ritz Apart Hotel 5*. Nel pomeriggio tempo a disposizione per visite individuali. Cena e pernottamento in hotel.
11° giorno: domenica 22 aprile
LA PAZ – TIWANAKU – HUATAJATA
Prima colazione in albergo. Intera giornata di visita ai siti archeologici di Tiwanaku e Sukakollos/Puma Punku. La civiltà di Tiwanaku (1.580 a.C. 1.000 d.C.), coprì all’apice del suo splendore (700 d.C.), un’area di 600.000 kmq ed ebbe una delle più grandi città del mondo con misteriosi monoliti che caratterizzano queste rovine, molte di loro in granito. Le rovine degli acquedotti, la famosa Porta del Sole, che è scolpita con figure simmetriche, il Tempio di Kalasasaya e la Piramide di Akapana sono le testimonianze di un glorioso passato. Si visitano poi il tempio Puma Punku e il Sukakollos, scoperto qualche anno fa. Pranzo al sacco. Nel pomeriggio si raggiunge Huatajata. Sistemazione all’Inca Utama Hotel 5* situato sulla riva più panoramica del maestoso Lago Titicaca. L’hotel è stato progettato per introdurre gli ospiti alla cultura delle Ande. Nei pressi visiteremo l’Eco Pueblo Raices Andines, un complesso culturale che ha lo scopo di riprodurre scene di vita quotidiana della cultura boliviana; il villaggio dell’artigianato, dove sono fabbricate ceramiche, maschere e i tradizionali cappelli Cholita; gli igloo di fango e le torri mortuarie degli Urus Chipayas; le donne che filano e tessono; eleganti llamas, alpacas e vicuñas, il Puya Raymondis, che fiorisce ogni 100 anni; la famiglia Limachi, costruttori delle barche di totora “RA II” e “Tigris” con cui Thor Heyerdhal compì spedizioni epiche attraverso l’Oceano Atlantico. Si effettuerà una visita audiovisiva e notturna del Mistico mondo dei Kallawayas, guaritori naturali della Bolivia, che credono che per guarire il corpo prima debba guarire l’anima. Tata Benjo, la nostra guida Kallawaya, benedirà i visitatori e risponderà alle domande facendo scegliere le sue foglie di coca sacre. Di notte, visita all’osservatorio Alajpacha per imparare dalla Aymaras Cosmovision e guardare le costellazioni dell’emisfero meridionale. Cena e pernottamento in hotel.
Tiwanaku significherebbe letteralmente “la città di Dio”. Il vero nome di Tiwanaku era però forse Taypikala “la pietra nel mezzo“, o più probabilmente Phoukara, “Luce splendente del Sole“. Le mura sono di raffinata fattura e talmente imponenti, che ci si domanda come abbiano potuto trasportarle fin là in quell’epoca. Solo da poco gli studiosi di archeologia hanno potuto riconoscere il ruolo di quella che fu una delle più importanti e durature civiltà dell’intero Sud America, la prima a stabilire il proprio dominio su una regione estesa dall’Ecuador a Nord, fino agli altopiani della Bolivia e del Cile. Tiwanaku fu il primo vero impero andino, un impero paragonabile per forza ed estensione a quello degli Inca, che sarebbe tuttavia sorto almeno sei secoli più tardi. Tiwanaku domina insieme a Wari l’orizzonte antico dell’archeologia andina: due culture talmente simili e vicine da avere fatto coniare l’espressione di impero Tiwanaku-Wari per indicarne gli immensi possedimenti territoriali e l’ancor più vasta area di influenza. Quando gli Incas guidati dal leggendario imperatore Pachacutec giunsero a Tiwanaku per la prima volta, “si sentirono invadere dallo stupore“, come riferisce un manoscritto della conquista: “costruzioni simili non ne avevano mai viste“. Tutti sulle Ande sapevano di Tiwanaku, e fino dalla Colombia e dalla lontana Panama i pellegrini giungevano ad ammirare i grandi templi e gli immensi edifici di pietra, affrontando viaggi che potevano durare anche anni. Eppure, all’epoca degli Inca solo rovine restavano del grande centro cerimoniale. La fine di Tiwanaku resta infatti uno dei molti enigmi irrisolti dell’archeologia precolombiana. Puma Punku è parte di un ampio complesso del sito di Tiwanaku. In Aymara, il suo nome significa “la porta del leone“, e deriva dalla scoperta, avvenuta in epoca coloniale, della statua di un puma o leone di montagna tra i resti della grande piattaforma. E’ più probabile che il nome di Puma Punku sia in realtà una distorsione del più antico toponimo di Uma Punku, “la porta dell’acqua“. Il grande palazzo che vi sorgeva era invece probabilmente noto con il nome di Tunka Punku, o “palazzo delle dieci porte“. La straordinaria raffinatezza tecnologica del suo sistema costruttivo modulare rimane uno dei misteri invelati del nostro passato, fino a far ipotizzare a qualcuno un intervento non terrestre. Era una grandiosa piattaforma cerimoniale, sovrastata da imponenti edifici in pietra e sfarzosi palazzi. Posnansky nel corso degli scavi dei primi anni ’30 e ’40 elaborò la teoria che Tiwanaku fosse stata costruita sui resti di una metropoli molto più antica di almeno 17000 anni. Egli basò le sue conclusioni su oltre 40 anni di scavi condotti sul sito, accompagnati da un attento studio degli allineamenti astronomici e solstiziali. In particolare, Posnansky fu il primo ad osservare come i pilastri e il portale del Kalasasaya costituissero un elaborato orologio solare progettato per essere precisamente allineato alla posizione del sole ai solstizi e agli equinozi in un periodo compreso tra 17000 e 10450 anni prima di Cristo.
12° giorno: lunedì 23 aprile
HUATAJATA – ISOLA DELLA LUNA ED ISOLA DEL SOLE
Prima colazione in albergo. Partenza in aliscafo per la navigazione sul Lago Titicaca. Visiteremo l’Isola della Luna con i resti del Tempio delle Vergini del Sole Iñak Uyu. Proseguimento fino alla bellissima Isola del Sole, dove, con una piacevole passeggiata a piedi, potremo ammirare magnifici panorami del lago Titicaca, fino a raggiungere il Tempio Pilcocaina. Si arriva infine all’accogliente Posada del Inca Eco Lodge, un’autentica Hacienda coloniale situata sulla cima dell’Isola del Sole. con un breve trekking sul dorso dei lama su vecchi sentieri Inca. Pranzo. Pomeriggio a disposizione per relax, per passeggiare nei dintorni di questo piccolo villaggio circondati da lama e pecore, incontrare le persone del posto, e godere di splendide vedute del lago Titicaca. Cena e pernottamento nella Posada.
13° giorno: martedì 24 aprile
ISOLA DEL SOLE – COPACABANA – LA PAZ
Dopo la prima colazione mattinata a disposizione per il relax ed una camminata. Percorreremo la Grande Scalinata degli Inca e berremo l’acqua della Sacra Fontana, che si dice dia eterna giovinezza e felicità. Pranzo presso il ristorante archeologico Uma Kollu. Dopo la visita al piccolo mercato artigianale, ci imbarcheremo sull’aliscafo fino a Copacabana. Qui visiteremo la Piazza Principale e la sua antica chiesa coloniale, che ospita la Virgen Morena, patrona dei boliviani. Copacabana è un piccolo villaggio folcloristico pieno di vita e di colore, dove nei mercatini all’aperto incontreremo le cholitas, le donne indigene con le loro lunghe trecce, i loro abiti colorati e i loro cappelli. Proseguiremo via terra per Huatajata e rientremo a La Paz percorrendo la strada che corre parallela ai picchi innevati delle Ande. Sistemazione al Ritz Apart Hotel 5*. Cena e pernottamento in hotel.
14° giorno: mercoledì 25 aprile
LA PAZ – COROICO
Dopo colazione si inizia un incredibile viaggio di due giorni, scendendo dalle cime ghiacciate delle Ande alla zona subtropicale delle Yungas. Uscendo da La Paz, che si trova a 3.670 metri slm, la strada si inerpica fino a circa 4.650 metri di quota per poi scendere ai 1.525 m slm di Coroico, passando dal freddo altipiano al caldo-umido della foresta attraversando le province paceñas di Pedro Domingo Murillo e Nor Yungas. La strada fu costruita negli anni trenta del XX secolo dai paraguaiani fatti prigionieri durante la guerra del Chaco, rendendo possibile un collegamento tra la capitale e l’Amazzonia boliviana. La caratteristica culturale di questi luoghi è la simbiosi tra Afro Boliviani e Aymara indigeni. Coroico è un villaggio pittoresco con viste fantastiche. Mururata ha una flora esuberante, nonché piantagioni di caffè e coca. In questa zona, abitata dai discendenti degli schiavi africani, vive un discendente diretto del re africano Bonifacio, incoronato qualche anno fa, come tributo simbolico alla cultura afro-boliviana. Pranzo in ristorante. A Coroico sistemazione all’Hotel Viejo Molino 3*. Cena e pernottamento in hotel.